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Non c’è dubbio che la vita di Leonetto Tintori sia stata interamente dedicata all’arte, quella che esprimeva, dando vita ad una inesauribile ispirazione, utilizzando un incredibile ventaglio di tecniche e materiali, e quella che, con grande rispetto e competenza, restaurava in Italia e in tutto il mondo.
Per raccontare il lungo e affascinante percorso del maestro, protagonista della mostra estiva del Comune di Vernio “La vitalità della materia” (al Casone dei Bardi fino al 7 settembre), lunedì 11 agosto la rassegna Apriti Chiostro dedica una serata collegata appunto alla mostra con Sergio La Porta, direttore della Casa Museo Leonetto Tintori.
L’incontro, dal titolo "Leonetto Tintori tra tradizione e modernità – L’artista e il restauratore di fama mondiale", con inizio come al solito alle 21.15, cercherà di raccontare questo straordinario personaggio che è stato uno dei protagonisti del restauro mondiale per più di trent’anni, ma ha anche continuato a dipingere, scolpire, disegnare cercando ispirazione nei piccoli gesti e negli eventi della vita quotidiana.
Come restauratore Tintori ha lavorato sui grandi cicli pittorici medioevali e rinascimentali ed è stato autorevole interlocutore delle principali istituzioni italiane e internazionali (Rockefeller Foundation, Università di Harvard e di New York, Università di Madrid, London Gallery, Metropolitan Museum di New York, ecc). Innumerevoli i lavori che gli sono stati commissionati, Agnolo Gaddi, Filippo e Filippino Lippi, Giotto, Masaccio, Piero della Francesca, Simone Martini e tanti altri. È stato uno dei protagonisti del recupero delle opere d’arte danneggiate dall’alluvione di Firenze del 1966, ma ha lavorato anche in Messico (templi Maya e pitture di Rivera e Orozco, 1964), a New York (1960), in Sudan (piramidi egiziane), in India, Thailandia, Giappone, Corea (1965).
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Ultimo aggiornamento: 06-08-2025, 15:04