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Fra la carda e il filatoio d'epoca nella grande sala che ospita il Museo Mumat delle macchine tessili a Vernio potremo presto scoprire o riscoprire coperte, plaid e scialli che negli anni Cinquanta fecero la fortuna dei produttori della Val di Bisenzio. Per allestire la mostra “Cardato Memories”, che apre al pubblico venerdì 1° agosto alle 21 al Mumat, la comunità di Vernio, famiglie e collezionisti privati, hanno spalancato armadi e bauli che conservano amorevolmente i capolavori di lana e lana cardata del Lanificio Val Bisenzio, nell’antica area produttiva del Mulinnovo.

L’allestimento, promosso dal Comune di Vernio e realizzato dalla Fondazione CDSE nell’ambito della rassegna Prato50, è frutto di una lunga ricerca che ha coinvolto anche alcune delle più importanti aziende tessili del territorio.

“Una produzione molto particolare quella delle coperte, che in Val di Bisenzio ha avuto un ricchissimo sviluppo fino agli ’60 del secolo scorso. Al Mumat avremo modo di ammirare alcuni pezzi unici, come la coperta Pinguino, protagonista anche degli spot di Carosello – sottolinea la sindaca Maria Lucarini – Grazie alle tante famiglie che ci hanno aiutato e alle aziende che ci hanno permesso di realizzare davvero una mostra condivisa con tutta la comunità”.

“Dagli anni Cinquanta e fino alla metà degli anni Settanta le coperte sono un must in ogni famiglia e si affermano come oggetti immancabili per i più svariati usi – spiega la storica del CDSE Luisa Ciardi - Non soltanto come tessuti di pregio nel corredo di novelli sposi, ma come oggetti di uso comune e familiare, spesso ripiegati sul portapacchi della Vespa o della Lambretta per le scampagnate e le gite al mare”.

All’allestimento hanno collaborato le aziende tessili Cangioli 1859, che ha messo a disposizione per la mostra la famosa coperta Pinguino che ha fatto la storia degli anni ‘60, l'Industria Italiana Filati della famiglia Lucchesi, che ha prestato una preziosa coperta cardata del 1951, simbolo della rinascita tessile pratese nel dopoguerra, e l'azienda Pecci Filati, dell'omonima famiglia, produttrice di plaid scozzesi di gran moda alla fine degli anni Cinquanta. Particolare anche il coinvolgimento della tipografia Gori Filiberto, attiva dal 1956, che realizzò molte delle etichette e dei marchi che affiancavano quelle specifiche produzioni.

La storia delle coperte della Val di Bisenzio comincia proprio a Mulinnovo, a sud dell’abitato di Mercatale. Nel 1896 l’opificio viene acquistato da Angelo Peyron, industriale piemontese, per la riparazione e fabbricazione di tappeti di tipo orientale. La fabbrica impiega le Fabbrichine, ragazze del luogo, esperte nella tessitura e annodatura. Ben presto il tappetificio amplia la produzione, trasformandosi in Lanificio Val Bisenzio. Realizza tappeti, plaids e coperte nello stabilimento che nel 1903 conta già 109 operai, 41 uomini e 68 donne. Dagli anni ’20 si aggiungono anche articoli di minor pregio ma di più ampia diffusione: coperte da viaggio, plaids, gualdrappe e coperte per cavalli, guide e panni per mobili. Nel 1927 le maestranze sono salite a circa 400 operai. Oltre ai 40 telai alla turca per tappeti, ci sono 50 telai a jacquard per la lavorazione delle coperte e un reparto di filatura con 5 assortimenti e 1200 fusi. Dopo la guerra la fabbrica viene venduta e fino al 1966, anno della definitiva chiusura, la produzione si concentra sulla coperta da corredo, un prodotto popolare, presente in ogni famiglia, realizzato con lo stesso logo che era stato della ditta Peyron.

Ma le coperte e i plaids fanno davvero la fortuna dell’industria pratese del dopoguerra. Negli anni Cinquanta il distretto deve fare i conti con una difficile ripresa economica. Alcune aziende ripartono con la produzione di plaid e coperte e hanno fortuna. Molte sono le produzioni seriali, spesso a basso costo con tessuto grossolano di lana cardata, inizialmente in tinta unita nei toni del rosa, marrone o del beige, poi anche con fantasie ispirate ai quadri scozzesi e double-face.

Dagli anni Cinquanta fino alla metà degli anni Settanta il plaid diventa un oggetto di gran moda, design e arredamento: lo troviamo gettato con ostentata indifferenza sui divani nei salotti bene, lasciando intravedere il marchio delle prime case di moda internazionali (come Gucci) che già utilizzavano tessuto pratese.

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Ultimo aggiornamento: 25-07-2025, 14:49