La storia
Il Casone e la Compagnia di San Niccolò di Bari

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A cura di Marta Papi, Dott.ssa in architettura.

Dagli Alberti alla Linea Gotica

I primi insediamenti di cui si ha notizia nella valle del Bisenzio furono probabilmente realizzati dai romani che li affidarono a coloni assegnatari di terre contese ai Galli; tra questi insediamenti possiamo trovare le origini di Vernio, dove si suppone svernassero le milizie romane dirette nella Gallia Cisalpina, il cui nome deriverebbe appunto dall'espressione "hibernia" (accampamenti invernali) oppure dall'espressione "verus" (primaverile), . Le invasioni barbariche e la frammentazione dell'impero romano favorirono il popolamento della vallata, i longobardi, scesi nella valle del Bisenzio dopo il 570 d.c., furono espressione di un modo di vita profondamente legato ad allevamento e pastorizia, allo sfruttamento delle risorse del bosco e in particolare alla castagna, frutto quest'ultimo ancora oggi profondamente legato alla tradizione della zona. Il Medioevo dei potenti e dei sottomessi, dei feudatari e dei sudditi, comincia con i Longobardi ed in particolare con la dinastia dei Cadolingi ai quali l'imperatore Berengario assegna le terre migliori (in particolare la zona di Cavarzano), che essi fanno subito fruttare, fissando canoni ed obblighi per i contadini liberi. Nel territorio di Vernio, i conti Alberti, che succedettero nel XII secolo ai Cadolingi, crearono un controllo militare che aveva come epicentro la Rocca, la quale insieme ad una estesa rete di fortificazioni disposte in maniera strategica lungo la valle del Bisenzio, consentiva di segnalare l'arrivo dei nemici ed ogni movimento di chi saliva verso i valichi dell'Appennino Pratese. Il potere degli Alberti, chiamati i "Conti Rabbiosi" per la prepotenza, gli intrighi e i delitti che caratterizzarono il loro dominio, fu contrastato dal giovane Comune di Prato, che spinse il proprio confine fin sopra Vaiano, mentre si consolidava sul territorio un'organizzazione in "popoli", o ville, dotati di chiese dipendenti dalle pievi di Filettole, Usella, Sofignano, Montecuccoli, Sant'Ippolito. Dalla fine del X secolo, gli importanti insediamenti monastici di Vaiano, Montepiano (la cui Badia fu voluta dall'eremita Beato Pietro), Badia Taona, oltre all'azione religiosa e all'assistenza a pellegrini e viandanti, ebbero un ruolo propulsivo sull'economia della zona. Nel corso del XIII secolo si formarono vari piccoli comuni rurali nel feudo degli Alberti, sintomo di una diminuita potenza di quella famiglia, che dalla fine di quel secolo alla seconda metà del Trecento smembrò i suoi possessi vendendo Vernio ai Bardi, Castiglione ai Pepoli, Mangona e Cerbaia a Firenze, Cantagallo, Luicciana e Migliana a Pistoia. Nel 1332 quindi, il feudo di Vernio, passa dai Conti Alberti al casato fiorentino dei Bardi, che tra la fine del Duecento e la prima metà del secolo successivo aveva dato vita ad una grande compagnia mercantile e bancaria, grazie alla quale, aveva ottenuto una posizione di primo piano nella vita politica ed economica della città. Proprio le straordinarie risorse, consentirono a Piero di Gualterotto dei Bardi di acquistare da Margherita degli Alberti, per un prezzo di 10.000 fiorini, un vasto territorio comprendente S. Ippolito, sede di un'antica pieve e Costozze, su un colle soleggiato e sulla strada che collegava S. Quirico con Maciano, Saletto e Montecuccoli. Davanti a Costozze un'altra collina, Poggiole, dominava il nuovo insediamento di Mercatale, destinato ad assumere un ruolo importante come luogo di Fiere e di scambi commerciali fin dal tardo medioevo e deposito di legname delle abetaie di Montepiano, in attesa che esso fosse gettato in Bisenzio, per condurlo a Prato per fluitazione. Questa era anche la zona più adatta per il sorgere delle prime attività industriali del feudo (mulini idraulici e gualchiere) e per gli stabilimenti tessili che sorsero qui circa un secolo fa (tra cui la fabbrica Meucci oggi destinata a museo e centro conferenze). Sulla strada di Montepiano, Sasseta era un insediamento di case sparse, abitate per lo più da pastori che vivevano di transumanza, trascorrendo la loro vita tra l'alpeggio estivo sul poggio di Mezzana e sul Castellare e gli inverni passati nell'accogliente Maremma. Luciana, sorse proprio davanti a Sasseta, sull'altra sponda del Fiumenta, in una posizione geografica favorevole e solatia, dominata da un monte su cui sorgeva una torre ed una dimora signorile oggi scomparse. Capoluogo di questo piccolo stato, fu senza dubbio S.Quirico, ove verso la metà del 1600 i conti di Vernio avevano trasferito la loro dimora, nel palazzo detto il "Casone" (oggi sede del Municipio), fatto edificare dal Conte Ridolfo e da dove amministrarono i loro possedimenti fino al 1798 anno della loro deposizione. Vernio, fino all'inizio del 1700, condusse una vita appartata e monotona, secondo varie descrizioni dell'epoca le condizioni economiche e culturali della popolazione erano estremamente misere. Le scarse risorse agricole, la quasi totale mancanza di attività artigianali, l'isolamento mercantile e politico avvilivano gli abitanti del territorio, non meno del peso derivante dall'essere sottomessi ad una famiglia continuamente scossa da trame di potere e più volte condannata per reati commessi fuori dal loro feudo. Una personalità che si distaccò dalla vita e dai costumi degli altri Bardi, fu il conte Ridolfo, uomo erudito e generoso, che sensibile alla sorte infelice dei propri sudditi pensò di alleggerirne le sofferenze, lasciando loro, con testamento del 17 Febbraio 1693, tutto il suo vasto patrimonio, istituendo l'Opera Pia di S. Niccolò di Bari, che aveva la tutela e l'amministrazione dei beni acquisiti. Verso il 1780, regnando in Toscana Pietro Leopoldo - che fu poi Imperatore - sorse una controversia fra lui e la famiglia dei Conti Bardi davanti al Consiglio Aulico di Vienna. Il Granduca considerava Vernio dipendente dal Granducato di Toscana, mentre i Conti Bardi sostenevano la loro autonomia di feudo "imperiale" e quindi dipendente direttamente e solamente dall'Imperatore. Il 16 Ottobre 1787 il Consiglio Aulico di Vienna stabilì, accogliendo la tesi dei Bardi, che Vernio era feudo imperiale e che il Granduca di Toscana non aveva alcun diritto di turbare i Conti nell'esercizio del Vicariato Imperiale, vanificando così il progetto di Pietro Leopoldo di far costruire all'interno del feudo di Vernio quel tratto di strada che mancava per raggiungere il valico di Montepiano. Con l'avvento delle idee rivoluzionarie francesi, seguite dalla Campagna in Italia di Napoleone Bonaparte, si venne a formare, nel Maggio 1797, la Repubblica Cisalpina. Obiettivo di essa era di abolire il feudalesimo ove ancora esistesse e, con decreto del 20 Fruttidoro - anno V (6 Settembre 1797), dichiarava Vernio parte della Repubblica stessa. Il 15 Settembre dello stesso anno, un battaglione di circa 200 soldati franco-polacchi entrarono indisturbati in Vernio, scortando l'avvocato Leoni di Poppi Commissario Straordinario, il quale depose i conti Bardi e fissò la sua residenza nel Casone di S. Quirico. Vernio fu unito all'Amministrazione Dipartimento di Bologna e fu decretato che gli abitanti non pagassero più ai Conti Bardi quelle prestazioni, che sotto il nome di "fitti" erano obbligati tributare; venne così a finire il feudo di Vernio e cessare una signoria che aveva resistito praticamente immutata per otto secoli. Nel 1802 Napoleone, sotto la spinta del nascente sentimento italiano, mutò il nome di Cisalpina in Repubblica Italiana e, il 26 Maggio 1805, in Regno Italico. Nel 1811 Vernio veniva staccato dal regno e riunito al Dipartimento dell'Arno che faceva parte dell'Impero Francese. Con la caduta dell'Impero Napoleonico il Congresso di Vienna, con atto del 9 Giugno 1815, annetteva Vernio al Granducato di Toscana. Finalmente trovata una certa autonomia si aprirono anche per Vernio le premesse per inserirsi nello sviluppo economico e politico nazionale che portarono all'unità d'Italia, in particolare la possibilità di sfruttare le acque del Bisenzio favorì l'insediamento di numerose fabbriche tra cui carbonizzi come il Meucci a Mercatale e ditte tessili che videro nella produzione di tappeti orientali dello stabilimento Peyron del Mulinnovo la loro massima espressione nel territorio del comune. Nel primo trentennio del '900 e specialmente nel decennio 1924/1934, la costruzione della Grande Galleria dell'Appennino lunga 18 chilometri sulla Direttissima Firenze-Prato-Bologna, dette un forte impulso all'economia della vallata creando un'eccezionale possibilità di lavoro e ponendo un freno alle migrazioni stagionali in Maremma e Corsica, per il taglio dei boschi e a fare carbone, a cui gli uomini delle zone più alte erano costretti a ricorrere per sbarcare il lunario. Purtroppo il prezzo pagato a questa opera dell'ingegno umano fu molto alto, sia in termini di vite umane che di malati di silicosi, tanto che nel 1984, in occasione del 50° anniversario della costruzione, lo stesso presidente Pertini ritenne necessario essere presente per tributare il giusto riconoscimento a tali persone. Nell'ultima guerra Vernio come molti altri paesi dell'Appennino tosco-emiliano fu attraversato dalla Linea Gotica che fu l'ultimo baluardo della difesa tedesca in Italia. Il fronte vi stanziò per diversi mesi portando gravi distruzioni ed enormi disagi ma gli abitanti di queste montagne dettero prova di grande coraggio e fierezza, partecipando attivamente alla Resistenza e militando nelle formazioni partigiane che operavano nel Pratese e sugli Appennini. Negli anni Cinquanta la crisi dell'agricoltura ed il crollo del sistema mezzadrile cambiarono profondamente l'aspetto della vallata: scomparvero le grandi fattorie e la figura stessa del contadino. Grossi mutamenti si ebbero infine anche nelle grandi fabbriche tessili della vallata, che chiusero i battenti, per lasciare il posto a piccole unità produttive (lo stanzone dei tessitori a conto terzi).

Il presente testo e stato rielaborato facendo riferimento ai seguenti libri:

"Guida al Territorio della Comunità Montana - Val di Bisenzio e Montemurlo" - Comunità Montana

"Vernio - Storia, arte e leggende" - Manfredo Robazza

"Prato e la sua Provincia" - APT

"Dalla Direttissima alla Linea Gotica" - Comune di Vernio

"L'Oratorio di San Niccolò" - Comune di Vernio

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